Lazio-Roma, derby blindato nel quinto anniversario della morte di Sandri

 

Lazio-Roma, derby blindato nel quinto anniversario della morte di Sandri

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Mille poliziotti e 800 steward allo stadio Olimpico per la stracittadina romana che cade a cinque anni dall’11 novembre 2007, quando l’agente Luigi Spaccarotella uccise il tifoso laziale. Il rischio, ora, è che le due tifoserie si coalizzino contro le forze dell’ordine Per una crudele coincidenza, il calendario stilato in estate dalla Lega Calcio ha fatto in modo che il derby tra Lazio e Roma cadesse l’11 novembre. Non un giorno qualsiasi: è il quinto anniversario della morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso l’11 novembre del 2007 sull’autostrada A1, nei pressi dell’area di servizio di Badia del Pino, da un colpo di pistola sparato dall’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella,

Per una crudele coincidenza, il calendario stilato in estate dalla Lega Calcio ha fatto in modo che il derby tra Lazio e Roma cadesse l’11 novembre. Non un giorno qualsiasi: è il quinto anniversario della morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso l’11 novembre del 2007 sull’autostrada A1, nei pressi dell’area di servizio di Badia del Pino, da un colpo di pistola sparato dall’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella,Una tragedia che ha segnato una famiglia, una città intera e incrinato ancor di più i rapporti tra le tifoserie di tutta Italia e le forze dell’ordine. Una tragedia che ha inevitabilmente alzato anche il livello di allerta per la stracittadina capitolina.Quello di domani alle 15 sarà infatti un derby blindatissimo, con oltre mille agenti che andranno ad aggiungersi ad aggiungersi agli 800 steward presenti all’interno dello Stadio Olimpico. Un piano di sicurezza, messo a punto dal questore di Roma Della Rocca, che prevede anche la chiusura al traffico delle strade intorno allo stadio e la bonifica dell’area, già in atto da venerdì sera In realtà, come filtra dall’ambiente delle curve, quello che potrebbe succedere è un’alleanza tra le due tifoserie contro le forze dell’ordine.Mentre sono stati gli stessi tifosi a trovare il modo migliore per ricordare Gabriele, venuto ingiustamente a mancare a soli 28 anni in una domenica più maledetta delle altre. Quando domani i ventidue giocatori entreranno in campo con una maglia commemorativa, saranno infatti presenti il papà di Gabriele, Giorgio, che ai microfoni della Rai ha ringraziato entrambe le tifoserie per il sostegno e l’amicizia dimostrati in questi anni, e anche il piccolo Gabriele, il nipotino che porta lo stesso nome dello zio. Il bambino, che entrerà in campo mano nella mano col capitano giallorosso Totti, dopo i tifosi laziali della Curva Nordandrà a salutare anche quelli romanisti della Sud: a ribadire come tifoserie antagoniste siano spesso capaci di unirsi su temi importanti come quelli della memoria. Sempre che poi non decidano di unirsi anche per azioni di altro tipo, come sussurrano alcune voci in città.

 

Inquietante!L’autoambulanza che non portava aiuto , ma bensi’ la MORTE !

Nei tempi andati era il babau, oscuro abitatore delle stanze chiuse e delle cantine, a popolare gli incubi dei bambini. I contadini dicevano ai loro figli: «Non andare là, o il babau ti afferrerà e ti porterà via». I più piccoli, spaventati da quella misteriosa figura, che nessuno era in grado di rappresentare con certezza, venivano dissuasi dall’infilarsi nei granai e nei posti più nascosti: luoghi interni alla casa che, di solito, erano utilizzati per la conservazione del cibo e venivano così anche difesi dalle intrusioni e dai pericoli di furto.

 

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Il babau, figura un po’ animalesca (lo stesso nome “babau” ha una sottile assonanza con il verso del cane) e un po’ umana (spesso viene anche descritto come l’“uomo nero” che vive nell’armadio e non aspetta altro che i bambini restino da soli al buio per acchiapparli), presto sublima nella minaccia ben più reale rappresentata dalle comunità di zingari che, girando di città in città con i loro carri e i loro luna park, sarebbero rei di rapire i bambini degli altri per portarli con sé in giro per il mondo. 

Nei primi anni ’90, invece, si diffonde nel sud Italia una voce secondo la quale esisterebbe un’ambulanza nera che farebbe scomparire i bambini rapendoli davanti alle scuole, e che essa sarebbe legata a un bambino senza occhi ritrovato morto vicino al lago di Penne. 
Si scatena una sorta di follia collettiva: i bambini rifiutano di andare a scuola, i genitori vengono invitati ad accompagnare i figli fino alle fermate e ad attendere che i pulmini siano arrivati e ripartiti prima di andarsene, i centralini delle forze dell’ordine sono presi d’assalto dalle telefonate di madri terrorizzate da una fantomatica organizzazione che porterebbe via i bambini per asportarne gli organi. 
Gli operatori del soccorso vengono guardati per molto tempo con sospetto. Secondo i meglio informati, sull’ambulanza viaggerebbero due infermieri insieme a due carabinieri con false uniformi che inviterebbero la vittima prescelta a seguirli con una scusa, per esempio accompagnare il bambino in ospedale perché i genitori sono ricoverati. 

Tali fabulazioni non trovano riscontro nella realtà ma, solo col tempo, il terrore della comunità per il misterioso pericolo riesce a placarsi. 
Eppure le mamme non smettono mai di raccomandare ai loro figli: “Non parlare con gli sconosciuti”… 

“Il piccolo indossava un pigiama di cotone azzurro, sporco di sangue sul fianco destro. La dottoressa cercò di capire da dove provenisse quel versamento. Sembrava una ferita localizzata nella fascia lombare. Sollevò la maglietta con cautela per controllare e trasalì. C’era un bendaggio imbevuto di sangue con un tubicino da drenaggio che spuntava al centro. A occhio e croce, sembrava la medicazione post-operatoria di un intervento chirurgico al rene. Alessandra provò un forte senso di irrealtà. Per quanto ne sapeva lei non c’erano ospedali lì vicino. Forse una clinica privata. 

Avevano spalmato il petto del bambino di gelatina grigia, poi gli avevano applicato gli elettrodi a ventosa dell’elettrocardiografo. Alessandra controllò il monitor, il battito del cuore adesso era regolare. La pressione però stava calando in fretta, era già sui valori di novanta-sessanta, forse un effetto collaterale dell’antinfiammatorio che gli avevano somministrato. Sotto il bendaggio, la presenza di diversi punti di sutura ancora arrossati aveva confermato l’ipotesi iniziale: il piccolo era stato sottoposto a un intervento chirurgico al rene. 
Da non più di una settimana, pensò la dottoressa.”

Dorme accanto il cadavere di sua moglie Morta da 7 ANNI !

Una notizia davvero commovente ci giunge dal Vietnam.

Un uomo di 57 anni, padre di 7 figli, seppellì, almeno secondo le autorità, la moglie ben 7 anni or sono. Eppure non ha mai smesso di dormire con lei.

Sì, perché, Le Van non è mai riuscito a rinunciare al suo vero amore e ha disseppellito le ossa della compianta all’indomani della sepoltura.

Secondo il quotidiano VietnamNet il caso era già esploso nel 2009, quando le autorità avevano imposto all’uomo di riporre nuovamente le ossa della donna al loro posto. In realtà, Le Van non sta infrangendo alcuna legge, poiché nessun cavillo legale limiterebbe la sua libertà di dormire accanto ai resti dell’amata. Strano ma vero, ciò di cui è accusato il povero vedovo è quindi di inquinare l’ambiente con la presunta “tossicità” delle ossa che sprigionerebbero nell’aria fumi velenosi.

fonte originale abexpress.it

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MA DOVE STIAMO ARRIVANDO ?!?!? Madre si lancia dal balcone con la figlia di 8 anni

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All’origine del gesto forse la morte del marito avvenuta due mesi fa per infarto. In quel momento in casa erano presenti anche i genitori e la sorella che non si sarebbero accorti delle intenzioni della donna. Nella caduta dal settimo piano di un palazzo del Prenestino sono morte entrambe sul colpo.